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protesi dentale

Implantologia: nuovi materiali per i futuri impianti dentali

Leggeri, economici, resistenti, funzionali: così saranno gli impianti dentali della prossima generazione.

A sostenerlo è un team di ricercatori dell’Università autonoma di Baja California, regione orientale del Messico,  presentando i risultati di un lavoro che promette risultati quasi rivoluzionari.

Tutto ruota intorno ad un nuovo materiale a base polimerica, miscelato con ceramica ottimizzata per l’uso odontoiatrico, con il quale verranno realizzati i nuovi impianti dentali.

Caratterizzati da una particolare leggerezza, unita ad una resistenza maggiore rispetto agli impianti tradizionali in titanio-zirconio, questi impianti di nuova generazione permetterebbero  di ricreare una masticazione più simile a quella naturale essendo in grado di sostenere il peso dell’intero processo senza “scaricarlo” sull’osso mascellare o mandibolare.

Questa capacità di gestione del peso del processo di masticazione, sarebbe propria del nuovo materiale di cui sono costituiti e verrebbe ulteriormente rafforzata dal processo di produzione, studiato in base a precisi modelli matematici utilizzati per limitarne gli effetti sulla struttura ossea della bocca.

Questo l’obbiettivo dichiarato dagli scienziati che sostengono anche che gli impianti costituiti da questo materiale sono indenni dai problemi di usura degli impianti in titanio.

Secondo i promotori la fase di test avrebbe già dato ottimi risultati ma si sta sperimentando ancora la possibilità di ricoprire questi impianti con vitamina D, prima di presentarli  al mercato, questo perché il colecalciferolo favorisce la produzione del tessuto osseo intorno all’impianto, rendendolo ancora più stabile ed efficace.

spuntino notturno

Spuntino di Mezzanotte? I denti ne pagano le conseguenze

Rinunciare allo spuntino di mezzanotte per un sorriso migliore

Siete habituè dello spuntino di mezzanotte? Perdere questa abitudine sarà necessario se vorrete conservare i vostri denti in buona salute e a lungo. Mangiare cibi sani o essere molto attenti all’igiene dentale dopo lo spuntino notturno, non farà alcuna differenza, sia che sia consumato saltuariamente o un paio di notti alla settimana.

La notizia, frutto di un rigoroso studio che arriva dalla Danimarca, certamente non farà piacere a chi, per piacere, abitudine o necessità, è solito mangiare in ore notturne, ma è stata confermata.
Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Copenaghen che hanno studiato le abitudini alimentari notturne di oltre 2.200 danesi per 6 anni.

Al termine dello studio, recentemente pubblicato dalla rivista Eating Behaviours, circa l’8% dei soggetti esaminati è stato classificato come mangiatore notturno, e, scrivono i ricercatori, indipendentemente da fattori come età, sesso, abitudine al fumo e tipi di cibi consumati, i mangiatori notturni hanno perso più denti rispetto agli altri.

Il motivo? Tutto dipende dalla saliva: di notte la bocca rimane più asciutta, questo perché vi è meno produzione di saliva e ciò da una parte contribuisce a far rimanere il cibo in bocca più a lungo, e dall’altra favorisce il consumo di bevande acide e zuccherate, danneggiando due volte smalto e sorriso.

Per fortuna sempre dai ricercatori arrivano due consigli che possono aiutare a limitare i danni per chi proprio non riesce a fare meno dello spuntino notturno:

- utilizzare almeno due volte al giorno un dentifricio al fluoro, per rinforzare lo smalto;
- bere solo acqua un’ora prima di lavarsi i denti alla fine della giornata.

I dentisti e gli igienisti di Adec aggiungono anche che un controllo periodico e una seduta di igiene orale professionale, vi saranno altrettanto d’aiuto e potranno evitarvi preoccupazioni e problemi.

zucchero

Zucchero: impatto sulla salute orale ma non solo

Ancora troppe le persone non consapevoli dei danni provocati dall’eccessiva assunzione di zucchero.

L’allarme è stato lanciato dal Regno Unito e riguarda le problematiche che sorgono con le abitudini alimentari sbagliate. In particolare il dito è puntato contro le bevande zuccherate consumate dai bambini, il cui aumento è ritenuto preoccupante per la salute, sia nell’immediato che nella futura vita adulta. L’abitudine a consumare grandi quantità di zucchero, infatti, provoca patologie dallo sviluppo immediato, come la carie dentale, ma è anche responsabile di patologie a lungo decorso, come l’obesità, il diabete di tipo 2 e malattie cardiache.

In particolare nuovi studi condotti dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rivelano che il rischio di carie dentale, ancora oggi la patologia più diffusa nell’intero pianeta, si può ridurre soltanto se l’apporto di zucchero è inferiore al 10% dell’apporto calorico totale.
Per questo motivo l’OMS sta sensibilizzando i governi e le organizzazioni internazionali a discutere con le aziende nuovi protocolli che permettano una sensibile riduzione degli zuccheri nelle bevande più amate dai giovani.

La carie, dal latino “careo” ovvero “essere privo“, è il risultato di un processo multifattoriale di tipo infettivo innescato dai batteri normalmente presenti nel cavo orale. Se gli zuccheri sono in eccesso o stazionano troppo a lungo nella bocca, quando l’igiene orale è trascurata, combinandosi con i batteri trasformano il cavo orale in un ambiente acido rendendo infettiva l’azione dei batteri, in particolare dello streptococco mutans. In condizioni di acidità i batteri iniziano ad attaccare lo smalto consumandolo e producendo cavità che possono arrivare fino agli strati più profondi del dente.

E’ bene sapere che oltre alla quantità di zuccheri direttamente assunti è altrettanto importante il periodo di stazionamento nel cavo orale. I carboidrati assunti con la dieta, dal panino alla pastasciutta, lasciano residui sui denti che, se non rimossi con lo spazzolino ed il filo interdentale, fermentano producendo l’ambiente acido nel quale i batteri diventano aggressivi verso lo smalto dentale. Ecco perché è fondamentale l’igiene orale subito dopo un pasto, anche un semplice snack.

La carie dentale, anche in Italia, è una patologia che nonostante le campagne di prevenzione assume aspetti sempre più preoccupanti per le giovani generazioni. Secondo i dati forniti recentemente ben il 22% dei bambini sotto i 12 anni presenta carie dentale e la percentuale addirittura raddoppia se la fascia d’età considerata abbraccia l’intera adolescenza.

Oltre ai problemi dentali, che come visto coinvolgono ampi strati di popolazione giovanile, l’eccesso di zuccheri può creare altri problemi di salute.

L’obesità, ad esempio, è una delle principali preoccupazioni della sistema sanitario degli Stati Uniti. L’aumento dell’obesità, sopratutto giovanile, è stato molto marcato negli ultimi 20 anni, proseguendo un trend di crescita che è iniziato negli anni 50-60.
Il tutto è dovuto alle abitudini alimentari sbagliate con un eccessivo consumo di grassi, carboidrati e zuccheri, assunti sia direttamente che con le bevande, tanto analcoliche che alcoliche.
L’obesità è strettamente connessa con altre patologie degli organi interni come fegato e cuore e, nei soggetti geneticamente predisposti, è la causa principale dell’insorgenza del diabete di tipo 2, conosciuto come diabete degli adulti o diabete non insulino-dipendente per distinguerlo dal diabete di tipo 1 o insulino dipendente, che è causato dalla totale mancanza di insulina dovuta alla distruzione delle cellule di Langerhans nel pancreas.

Anche il cuore può risentire pesantemente dell’eccessiva presenza di zucchero in circolo. Secondo quanto recentemente scoperto dai ricercatori dell’Università di Houston, Texas, responsabile dei problemi cardiaci sarebbe una molecola, la Glucosio 6-fosfato (G6P) che provoca stress al muscolo cardiaco rendendo più difficoltosa l’azione di pompaggio, condizione che può portare all’insufficienza cardiaca, patologia che non è facilmente curabile ed è tra le principali cause di morte negli USA.

 

denti e terza età

Salute orale per la terza età: tutto quello che c’è da sapere

Quali le patologie più frequenti nella terza età?

La terza età comporta cambiamenti del corpo e del  ciclo metabolico che spesso portano a patologie tipiche. Tra gli uomini, ad esempio, i problemi alla prostata sono diventati proverbiali tanto sono comuni, ma anche la bocca, come il resto del corpo, ha delle patologie più legate ai diversi cicli vitali.  Per questo anche e soprattutto nella terza età è fondamentale seguire regole di attenzione che possono migliorare la salute sia generale che dei denti.

Cominciare dalla scrupolosa e quotidiana igiene della bocca, dove fondamentale è il corretto lavaggio dei denti e l’uso del filo interdentale, anche in caso di impianti o ponti.

Altrettanto importante è condurre uno stile di vita salutare e rinunciare alle abitudini più deleterie per la salute, anche quella orale, come l’alcool ed il fumo.

Le patologie della bocca legate alla terza età sono diverse e di diverso grado di pericolosità:

L’ipersensibilità dei denti, ad esempio è molto più diffusa dopo i 50 anni. E’ causata dalla retrazione delle gengive che lascia scoperta una parte di dente. Il dente scoperto diventa sensibile al caldo e al freddo. Attenzione in caso diventi sensibile anche all’aria. In questo caso la buona igiene quotidiana e l’uso di uno specifico dentifricio potrebbero non bastare. Meglio recarsi dal dentista per escludere il rischio di una rottura parziale del dente.

La carie radicolare, carie della dentina, è comune tra gli anziani e, consigliato è, oltre all’igiene quotidiana, una seduta di igiene professionale ogni sei mesi. L’uso di un dentifricio fluorato può aiutare la prevenzione.

Anche la Xerostomia è un problema comune tra gli anziani. Non spaventatevi, è solo secchezza della bocca che può essere dovuta all’assunzione di farmaci o da altri tipi di patologie. Anche in questo caso il vostro dentista di fiducia potrà aiutarvi a risolvere il problema.

Se siete portatori di protesi dentale, tenete sempre presente che la “dentiera” può risolvere i problemi di masticazione ma crearne molti altri se non fate una quotidiana igiene e manutenzione. E’ importante seguire scrupolosamente le istruzioni del dentista e fare un controllo annuale per verificare le condizioni sia della protesi che delle vostre gengive.

laser e denti

IL LASER PER PREVENIRE LA NECESSITA’ DI CURE CANALARI

In arrivo il raggio laser che innesca la formazione di nuova dentina.

Già utilizzato in alcuni settori dell’odontoiatria, il laser potrebbe presto rivelarsi estremamente utile soprattutto nell’odontoiatria rigenerativa.

Secondo alcuni ricercatori americani dell’Università di Harvard, il laser è già stato utilizzato con successo per riparare alcune parti di denti danneggiate, cosa che fa pensare ad un futuro utilizzo nella prevenzione delle terapie canalari, terapie abbastanza invasive e molto poco amate dai pazienti odontoiatrici.

Secondo quanto descritto in “ Science Translational Medicine”,  il raggio laser, se opportunamente dosato, è in grado di innescare la formazione di nuova dentina, strato del dente al di sotto dello smalto, attivando le cellule staminali della polpa dentale dando così il via alla crescita di nuova dentina.

Si tratta di una ricrescita parziale e non uniforme e poiché non si è riusciti ancora a riprodurre lo smalto dentale, non sarà sufficiente una singola seduta, del tutto indolore, sotto un raggio laser per riavere i nostri denti nuovi, belli e sani, ma gli autori della ricerca sostengono che in tempi non lontani la ricrescita della dentina permetterà di dare l’addio alle antipatiche devitalizzazioni.

Ma in che modo la luce laser riesce ad attivare la produzione della dentina?

Gli esperimenti hanno dimostrato che l’energia prodotta dal raggio laser porta  allo sviluppo di ossigeno altamente reattivo all’interno dei tessuti dentali. L’ossigeno,  a sua volta, attiva le sostanze chimiche alla base della crescita, stimolando le cellule staminali a produrre un nuovo strato di dentina.

 

plastica nel dentifricio

Dentifricio: attenzione alla plastica.

La denuncia contro una marca di dentifrici arriva dagli Stati Uniti.

L’era della plastica è iniziata negli anni 50 del XX secolo, i meno giovani ricorderanno il “moplen”, pubblicizzatissimo sull’unico canale televisivo allora esistente, che ha letteralmente trasformato il nostro modo di vivere, con  gli svantaggi che, nonostante le plastiche sempre più biodegradabili, comporta, primo di tutto il fenomeno dell’inquinamento, sopratutto delle acque.

L’invadenza di questa sostanza di sintesi chimica, ormai presente in decine di forme per gli usi più disparati, non si era ancora spinta fino ad entrare direttamente nel dentifricio.

Lo ha portato alla luce Trish, un’igienista dentale statunitense, ai microfoni della CNN dopo aver notato piccole palline blu tra i denti dei suoi pazienti. “All’ inizio è stato difficile capire di cosa si trattava, pensavo fosse qualche tipo di prodotto per la pulizia, o i residui di qualcosa che veniva masticato” dichiara, poi, quando il numero dei suoi pazienti con queste anomalie ha cominciato ad aumentare, Trish si è preoccupata ed ha cominciato ad indagare presso suoi colleghi.
Alla fine il mistero è stato svelato: i puntini blu altro non erano che microsfere di polietilene, un tipo di plastica impiegato per esempio nella produzione di sacchetti per la spazzatura che, messo a contatto con la bocca, intrappola i batteri nelle gengive dando vita a seri problemi parodontali.

Trish decide di aprire un blog online per denunciare la situazione ottenendo un tale risalto a livello nazionale che la casa produttrice del dentifricio, la P&G, non ha potuto ignorare, dichiarando: “per quanto l’ingrediente in oggetto sia perfettamente sicuro, riconosciamo che esiste una preferenza verso la sua rimozione, per cui faremo così”.

La vittoria questa volta è per gli utenti che, se correttamente informati, sono in grado di “alzare la voce” e farsi sentire.

allattamento salute denti bambini

Allattamento: bimbi a rischio carie?

Fino a che età allattare per evitare il rischio carie nei bambini?

Sempre più diffusa è la teoria secondo cui nutrire il piccolo con il latte materno fino ai mille giorni di vita sarebbe la scelta migliore per proteggere la sua salute.

Tuttavia  uno studio recentemente pubblicato sembra contraddire questa raccomandazione, almeno per quanto riguarda la salute orale.

La ricerca, curata da un gruppo di scienziati dell’Università della California di San Francisco guidato da Benjamin Chaffee e pubblicata sugli Annals of Epidemiology, sostiene che proseguire con l’allattamento al seno oltre i 2 anni di vita del piccolo minaccia la salute dei suoi denti.

Lo studio ha coinvolto 458 bambini. All’età di 6 mesi sono stati raccolti dati sulla frequenza delle poppate; all’età di 1 anno i ricercatori hanno chiesto ai genitori quali cibi fossero stati introdotti nella dieta del piccolo (come frutta, verdura e legumi, ma anche biscotti e dolciumi).

In occasione della raccolta dati i bambini  sono stati  visitati da un pedodontista. La visita è stata poi ripetuta al compimento del 38mo mese di vita. Dai dati raccolti è emerso che al termine dello studio circa il 40% dei bambini allattati al seno tra i 6 e i 24 mesi di vita erano affetti da carie. Questa percentuale aumenta fino  al 48% fra i piccoli che hanno continuato ad essere allattati al seno dopo i 2 anni d’età.

Secondo gli esperti, però, il responsabile di questa associazione non sarebbe  la composizione del latte materno.

“Ci sono due aspetti dell’allattamento al seno – ha commentato Wiliam Bowen, professore emerito del Center for Oral Biology dell’University of Rochester  e non coinvolto nello studio – Il latte umano in quanto tale,  ha una qualche capacità di promuovere la carie, ma molto limitata. Il secondo aspetto dell’allattamento al seno, o anche di quello artificiale, è quello fisico, ed è qui che compaiono i problemi”. Succhiare il latte, sia  al seno che al biberon, riduce infatti  la quantità di saliva che entra in contatto con i denti, limitando così la sua azione protettiva contro i batteri e aumentando di conseguenza il rischio di carie.

Per capire cosa succeda esattamente saranno necessari ulteriori studi, ma secondo gli autori, questi risultati confermano e rafforzano il parere degli esperti di salute orale secondo cui le mamme dovrebbero evitare di allattare al seno i propri piccoli dopo la comparsa dei primi dentini.

colla protesi dentali

Protesi dentali: una colla speciale ci salverà

Protesi dentali più efficaci e durature? Ora è possibile

Non è ancora stato sperimentato sull’uomo, ma sembra che i primi test abbiano dato risultati positivi e molto incoraggianti. Stiamo parlando di un nuovo ritrovato che permetterà una rivoluzione in ambito di protesi dentali, rendendole molto più efficaci e durature, servendosi di una colla in gel in grado di incollare ossa e denti.

Descritto sulla rivista Advanced Materials e messo a punto da un gruppo di lavoro coordinato dall’Università di Uppsala  del quale fa parte anche l’italiana Giovanna Fragneto, dell’Istituto di ricerche neutroniche Laue-Langevin (ILL) di Grenoble.

La particolare funzione del gel sarebbe merito di una proteina, chiamata BMP-2, che stimola la crescita dell’osso sull’impianto e riduce il rigetto delle protesi in titanio. Il sistema promette di migliorare il trattamento sia delle  fratture ossee che l’applicazione di denti artificiali. Gli impianti ortopedici e dentali, scrivono gli autori, devono durare molto a lungo e il loro successo dipende proprio dall’integrazione nel tessuto osseo adiacente.

I test fino ad ora eseguiti dimostrano che le protesi dentali rivestite di titanio si legano bene alla proteina  BMP-2 e che lo strato di proteina è stabile in acqua e può essere rilasciata lentamente e in modo controllato, aggiungendo soluzioni contenenti calcio. Per monitorare la quantità di proteina rilasciata sulle superficie ossea, i ricercatori utilizzano una tecnica chiamata scattering,  che utilizza  un fascio di neutroni  che interagisce con la materia che  deve essere esaminata.

In questo modo hanno ottenuto un quadro dettagliato di ciò che accade su una superficie e, rileva il dr. Fragneto, questa tecnica “è sempre più rilevante per ottimizzare i biomateriali e studiare sistemi che riguardano la salute”.

abitudini salute dei denti

Salute dei denti: le 10 abitudini più a rischio

Fumo e alcool tra le abitudini più dannose per la salute dei denti

Quante e quali delle nostre abitudini sono poco salutari per la salute dei denti e del cavo orale? Moltissime, ecco un elenco delle dieci più deleterie.

1. Il fumo: oltre ai danni polmonari ed all’apparato cardiovascolare, il fumo nuoce gravemente alla salute dei denti e della bocca. Gli Odontoiatri hanno da tempo messo in guardia dai danni del fumo avvertendo i fumatori dei rischi che corrono. La gamma è molto vasta partendo da quelli puramente estetici, come le macchie gialle sui denti, arrivando a patologie molto più gravi. Inoltre, i fumatori sono molto più a rischio di perdita dei denti in quanto il fumo danneggia le mucose, l’osso alveolare ed i denti stessi. Moltissime ricerche hanno definitivamente accertato che i fumatori hanno una maggiore predisposizione nel contrarre malattie orali, come la parodontite e corrono un rischio maggiore, il triplo rispetto ad un non fumatore, di contrarre tumori del cavo orale.

2. L’alcool: favorisce l’insorgere delle malattie orali a causa della sua azione infiammatoria ed immunodepressiva e se associato al fumo ne potenzia gli effetti negativi.

3. L’igiene orale troppo veloce: gli specialisti si raccomandano di usare dentifricio e spazzolino per almeno 2 minuti. Invece, secondo le statistiche, il tempo medio di lavaggio dei denti per gli italiani è di 46 secondi: troppo poco per garantire una giusta protezione contro carie, gengiviti e parodontiti.

4. L’igiene orale non corretta: oltre che per un tempo adeguato, l’igiene orale deve essere effettuata in modo corretto dopo ogni pasto, anche in caso di spuntino veloce, questo sarà di aiuto per la salute dei denti. Bisogna usare correttamente lo spazzolino e non dimenticarsi di passare il filo interdentale se si vuole essere certi di aver eliminato la maggior parte dei fattori di rischio per carie ed altre malattie.

5. Mordicchiare in continuazione: che siano le unghie o il cappuccio della penna, se abitudine quotidiana, può diventare fattore di rischio concreto di usura dello smalto dei denti.

6. Lo spuntino di mezzanotte: alzarsi durante la notte per uno snack aumenta il pericolo di problemi dentali. Lo hanno dimostrato diversi studi, l’ultimo è danese. Secondo i ricercatori, la causa è soprattutto nella saliva che, durante la notte tende ad asciugarsi non riuscendo più così a svolgere l’azione antibatterica naturale.

7. Il piercing: piccoli oggetti metallici inseriti nella lingua o nelle labbra che rimarranno, involontariamente, in continua collisione con i denti, provocando una forte e precoce usura dello smalto, con una conseguente maggiore debolezza del dente.

8. Dieta sbagliata: deleteri per la salute dei denti sono i cibi acidi, come agrumi e fragole, ma non solo. Essi possono provocare erosione dentale da acidi alimentari. Si tratta di una problematica che potrà presentarsi a qualunque età: l’azione degli acidi rende più debole lo smalto deteriorando precocemente la superficie del dente, specie quando combinato con l’azione meccanica esercitata dallo spazzolino. Non sarà certo il caso di rinunciare ad arance o fragole ma, attendere almeno un’ora prima del lavaggio dei denti ed e usare un dentifricio a basso indice di abrasione, con pH neutro e contenente un’alta percentuale di fluoro, sarà necessario per limitare possibili danni dentali.

9. Succhi di frutta e bevande dolci e gassate: diversi studi confermano ed evidenziano quanto zucchero ed anidride carbonica danneggino i denti nel tempo, rendendoli più fragili, senza alcuna distinzione tra bambini e adulti. Se proprio non riuscite a rinunciavi, fate in modo che i bambini bevano sempre per mezzo di una cannuccia o con piccoli e veloci sorsi se direttamente dal bicchiere, evitando così il contatto prolungato della bevanda sul dente.

10. Spazzolini troppo duri: lo sfregamento continuo con setole troppo dure causa problemi allo smalto e, a lungo andare, indebolirà i denti privandoli della loro principale protezione naturale.

erbe denti

5 erbe per la salute dei denti

I benefici che i vegetali possono apportare alla nostra salute tramite la dieta o l’uso medicinale sono ben noti. Non molti sanno però che ci sono alcune erbe le cui proprietà sono specifiche per la salute di denti e gengive.

La prima e più conosciuta è la salvia. Per quanto riguarda l’uso odontoiatrico, la salvia vanta proprietà dovute sia alla presenza di olii che di cristalli minerali (calcio, potassio, magnesio, ferro e sodio). Le proprietà sbiancanti sono ben conosciute tanto che un antico rimedio popolare consisteva nello strofinarsi foglie di salvia fresca sui denti per renderli più bianchi. L’azione, in questo caso, è dovuta ai cristalli minerali presenti in superficie che, con lo sfregamento, sono in grado di rimuovere la placca batterica e gli agenti superficiali che si posano sullo smalto. L’azione è più forte se combinata con bicarbonato di sodio ed esistono ricette per creare dentifrici sbiancanti fai-da-te, con salvia, amido, bicarbonato ed altri ingredienti.

L’olio essenziale di salvia ha un’azione rinfrescante e deodorante del cavo orale, molto utile in caso di alitosi.

Sicuramente le migliori qualità terapeutiche della salvia si apprezzano in caso di gengiviti, afte orali e malattia parodontale. In questo caso oltre all’azione dell’olio sono importanti i tannini contenuti nella salvia. L’olio di salvia deve essere sempre diluito altrimenti può essere irritante. Il modo migliore per utilizzare la salvia in caso di gengiviti è quella di preparare un decotto lasciando bollire 50 foglie di salvia in un litro d’acqua. A freddo filtrate il liquido ed utilizzatelo per fare risciacqui almeno 3 volte al giorno.

I nativi americani, in particolare la tribù dei Comanches, hanno sempre utilizzato la radice dell’echinacea contro il mal di denti. L’echinacea, una pianta originaria del Nord America, oggi è coltivata in tutti i paesi dal clima temperato proprio per le riconosciute proprietà officinali. Oltre che per il mal di denti, è nota anche per le sue proprietà immunostimolanti utili per prevenire raffreddori ed influenze.

Dal Sud America arriva invece la ratania, un piccolo arbusto spontaneo delle Ande peruviane. Le sue radici sono utilizzate da sempre dagli indios per la cura e la protezione dei denti. Le radici essiccate, triturate e miscelate con del carbonato di calcio hanno azione anticariogena.

Sempre per lenire il mal di denti è molto utile la comune camomilla. Per i bambini è ottima se viene sotto forma di ghiacciolo a base di camomilla, sia perché più accettabile dai piccoli sia perché il freddo ha un’azione anestetizzante sulle gengive. Gli adulti invece possono preparare una camomilla molto concentrata e fare risciacqui almeno tre volte al giorno.

La mirra in campo odontoiatrico è utilizzata come antisettico del cavo orale e della gola ed è presente in vari tipi di colluttori e dentifrici. In tempi passati veniva usata per preparare colluttori casalinghi in una mistura di olio e vino. È utile anche per bloccare i denti colpiti da piorrea ed ha azione tonificante sulle gengive.