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granuloma dentale

Granuloma dentale: tutto quello che bisogna sapere

Scopriamo le cause più comuni del granuloma dentale e come si cura

Il granuloma dentale rappresenta il culmine di un processo infettivo che colpisce i tessuti terminali della radice del dente. Il granuloma non è un processo specifico dei denti ma è molto diffuso in tutti i tessuti del corpo umano. Tra i più comuni si ricorda il granuloma da corpo estraneo, che può interessare tessuti quali derma e cute o la variante che colpisce i tessuti esterni o interni della palpebra, noto come calazio. La formazione del granuloma, come quella degli ascessi, è un processo difensivo dell’organismo che tende a “rinchiudere” l’agente infettivo per impedirne la diffusione nel corpo.

Si presenta come un piccolo ammasso tondeggiante di tessuto molle e rosseggiante di dimensioni non molto estese. Può essere apicale o periapicale, cioè essere posizionato all’apice o lateralmente alla radice del dente. Spesso il granuloma ha un decorso asintomatico e non è raro che venga scoperto soltanto in seguito ad esame radiografico effettuato durante un controllo, magari di routine.

Le cause del granuloma dentale

Essendo il prodotto di un’infezione, le cause della formazione di un granuloma dentale sono dovute ad una proliferazione batterica a livello della parte terminale della radice dentale; il granuloma è una reazione difensiva al processo infettivo, esso infatti funge da barriera protettiva contro l’espansione di tale processo all’intero dente e alle zone circostanti.

I sintomi del granuloma

Come detto, il granuloma dentale può rimanere asintomatico per diverso tempo e quindi può essere difficile sospettare la sua presenza se non viene rilevato durante un controllo dal dentista.
Può però succedere che il granuloma dia segno di sé manifestandosi con la comparsa di dolore e gonfiore. In alcune occasioni al granuloma dentale si associa una fistola gengivale, ovvero una lesione visibile sulla gengiva in corrispondenza degli apici del dente interessato dal problema; appare come un piccolo bottone di colore rosso, talvolta sanguinante e che in alcuni casi ha al centro un punto bianco purulento.

Trattamento del granuloma

Il granuloma dentale deve essere trattato devitalizzando il dente interessato.  Nel caso che il dente sia stato devitalizzato in precedenza si rende necessario ricorrere al ritrattamento. Ritrattare un dente già otturato in precedenza consiste nel rimuovere tutto il materiale che era stato precedentemente utilizzato per otturare il dente. Dopo la rimozione si procede ad una accurata pulizia, alla sterilizzazione ed alla nuova otturazione.
Nel caso che il granuloma dentale sia associato a un ascesso dentale, il trattamento viene generalmente preceduto da una cura a base di farmaci ad azione antibiotica. Se, nonostante i trattamenti ripetuti, la radice tende nuovamente ad infettarsi, è probabilmente necessaria l’estrazione del dente.

Se il dente interessato dal granuloma ha subito in precedenza terapie complesse o di una certa importanza, il ritrattamento non può essere effettuato. In questi casi il granuloma viene trattato ricorrendo all’apicectomia. L’apicectomia è un intervento di chirurgia endodontica che viene generalmente eseguito in regime ambulatoriale e necessariamente in anestesia locale. La complessità ed il successo di un’apicectomia sono legati all’estensione ed alla complessità del processo infettivo. In ogni caso il decorso post-operatorio non è mai particolarmente pesante e l’eventuale dolenzia e il gonfiore possono essere trattati attraverso l’assunzione di farmaci ad azione antidolorifica e antiedemigena.

mal di denti perché

Mal di denti: quali sono le cause?

Scopriamo le cause più frequenti del mal di denti

A volte compare all’improvviso, così forte che nemmeno i migliori analgesici riescono ad alleviarlo. Altre volte è più subdolo, magari andiamo a letto con un leggero fastidio e ci svegliamo nel cuore della notte con un dolore insopportabile. Altre volte ancora il dolore compare soltanto in presenza di caldo o di freddo.

Qualunque sia il tipo di mal di denti, la prima cosa da sapere è che non è un disturbo che passa da solo. Le autodiagnosi e le autoterapie, così come la pazienza e la sopportazione, non solo non servono ma bisogna essere consapevoli che più tempo passa più la patologia, di cui il dolore è la spia, peggiorerà. Meglio ricordarsi che in caso di mal di denti è sempre opportuno prendere un appuntamento urgente con il dentista di fiducia. Intervenire velocemente è così importante, che noi di Adec abbiamo sempre attivo un servizio emergenze al quale potersi rivolgere anche nei giorni festivi.

Cause del mal di denti

Il fatto che il mal di denti possa avere differenti tipologie indica che le origini sono diverse. Per questo motivo quando telefonate in Adec l’addetta alla reception vi pone alcune domande che costituiscono un primo screening. Questo perché la tipologia di mal di denti può dare diverse indicazioni sulla sua origine.

La causa più comune è la classica carie dentale. In questo caso il dolore compare, inizialmente, in modo sporadico sopratutto quando si ingeriscono cibi troppo caldi o bevande molto fredde. In questo caso recarsi dal dentista immediatamente consentirà di curare la carie in modo da non creare problemi alla salute futura del dente, oltre che con un esborso economico molto limitato. Al contrario se si aspetta, il dolore non solo non passerà ma diventerà via via più costante e di maggior intensità. Questo significa che la carie si è allargata ed il dente potrebbe avere bisogno di una cura canalare e di essere ricoperto o ricostruito.

Se il mal di denti si presenta sopratutto appena svegli e si è certi di non avere altre patologie in atto, il dolore potrebbe essere dovuto al bruxismo cioè l’abitudine, spesso inconsapevole, di digrignare i denti durante il sonno. Oltre ad essere fastidiosa, questa patologia può portare a gravi conseguenze perché lo sfregamento dei denti, a lungo andare, può danneggiarli in modo serio. Un semplice byte, un apparecchio leggero, economico e del tutto innocuo, può risolvere il problema.

A volte, purtroppo, il dolore è sintomo di patologie orali decisamente più impegnative. Può, ad esempio, presentarsi improvvisamente su denti apparentemente sani , sulla gengiva appena sotto la radice del dente, una una specie di piccola sacca. In questo caso è probabile si tratti di un granuloma apicale. La causa, come per la maggior parte delle patologie dei denti, è sempre riconducibile a scarsa o errata igiene dentale. Il granuloma si forma per l’attività dei batteri che insidiano l’osso e producono un’infiammazione dei tessuti circostanti. Va trattato con la terapia canalare.

Tra le cause di mal di denti che non sono riconducibili ad infezioni orali troviamo i mal di denti causati da patologie dell’orecchio o del seno nasale, di solito infezioni, come ad esempio le otiti, abbastanza forti da diffondersi fino ad interessare anche la cavità orale.

Altre volte, sopratutto nei bambini, il mal di denti è causato da traumi violenti. In questi casi è consigliata una visita dal dentista immediata, sopratutto in presenza di traumi evidenti come gonfiori o piccole scheggiature di uno o più denti. Un controllo, preventivo, potrà evitare non solo l’eventuale insorgere della patologia dolorosa, ma anche complicanze a medio termine.

spazzolino elettrico

Spazzolino elettrico: perché comprarne uno

Vi spieghiamo perché lo spazzolino elettrico è meglio di quello manuale

Ormai da tempo la maggior parte dei dentisti consiglia ai pazienti l’uso quotidiano dello spazzolino elettrico anziché di quello manuale. Ciononostante la diffusione dello spazzolino elettrico non è ancora arrivata agli auspicati livelli. Molte le cause a cominciare dai costi di acquisto, sensibilmente maggiori rispetto ai pochi euro di uno spazzolino manuale. Ma non deve essere sottovalutata nemmeno la diffidenza di molti e la difficoltà a cambiare le abitudini quotidiane che, per molti di noi, riportano al caro, vecchio, spazzolino manuale.

In realtà i vantaggi dello spazzolino elettrico sono tali che andrebbero fatte diverse riflessioni.

Lo spazzolino elettrico permette un’igiene orale molto più accurata di quella effettuata con lo spazzolino manuale. Innanzitutto perché ci “costringe” a cambiare il modo di spazzolare i denti. Il movimento dello spazzolino elettrico è, infatti, di tipo oscillatorio rotatorio, che equivale al modo più vantaggioso e corretto con il quale si devono spazzolare i denti. Manualmente, invece, siamo portati ad effettuare movimenti dall’alto verso il basso. Per questo motivo molti sono portati a pensare che usare lo spazzolino elettrico sia più difficoltoso di quello manuale. Niente di più sbagliato, in realtà l’uso dello spazzolino elettrico è molto più semplice e molto meno faticoso del manuale. Le testine rotanti dello spazzolino elettrico, inoltre, sono di forma e dimensioni diverse in modo da effettuare pulizie più delicate ed accurate perché seguono la forma anatomica dei denti e raggiungono anche i posti più difficili da pulire. Senza dimenticare che lavorano molto più efficacemente tra denti e gengive, rimuovendo molta più placca.

Lo spazzolino elettrico lavora sempre con la stessa forza, a differenza di quello manuale la cui intensità diminuisce o aumenta in base alla difficoltà incontrate ed al tempo. E va anche ricordato che lo spazzolino elettrico lavora con una forza non paragonabile a quella umana. La testina compie fino a 30.000 movimenti al minuto, contro i circa 100 del movimento manuale.

Lo spazzolino elettrico è molto più igienico. I modelli moderni sono in grado di autopulirsi costantemente perché contengono un disinfettante a raggi UV che sterilizza le testine dopo l’uso.

Convenienza economica

È vero che il costo iniziale di uno spazzolino elettrico è molto maggiore di quello di uno spazzolino manuale, anche se oggi è possibile trovarne di molto buoni a prezzi decisamente più abbordabili di qualche anno fa, ma nella scelta devono essere presi in considerazione diversi altri fattori. Innanzitutto la durata, usato bene il corpo dello spazzolino dura molti anni e le testine di ricambio si trovano a poco prezzo. Inoltre lo spazzolino elettrico è dotato di diverse serie di testine che si adattano alle diverse esigenze o ai problemi della bocca.

Infine l’acquisto dello spazzolino elettrico deve essere considerato come un investimento, sia in salute che economico. Maggior igiene della bocca, oltre che far stare meglio significa, in prospettiva, anche meno spese dal dentista.

Se avete ancora dei dubbi chiedete consiglio al vostro dentista di fiducia.

fluoro fa male

Il fluoro fa male? No, alle giuste dosi

Gli USA avrebbero ammesso la tossicità del fluoro, ma la notizia non ha alcuna fonte attendibile.

Anche il dibattito sul fluoro, come molti altri in medicina, è di tipo ricorrente. In questo periodo i toni si sono riaccesi sull’onda di una notizia, che non ha trovato alcun riscontro, che gli USA avrebbero ammesso la tossicità del fluoro, comunemente usato nei dentifrici e nelle pastiglie usate per proteggere i bambini dalla carie che è ancora oggi, di gran lunga, la patologia più diffusa sull’intero pianeta, con picchi di crescita nelle aeree più povere dove igiene orale e prevenzione  non sono curate.

In realtà tutto nasce perché dal 2010/2011 alcune multinazionali dei farmaci hanno cominciato a diffondere sul mercato dentifrici privi di fluoro e con un diverso ingrediente protettivo, l’idrossiapatatite. La strategia di marketing si rivelò aggressiva e priva di fonti citate e verificate (come a suo tempo pubblicato anche dalla rivista Altroconsumo )

Immediatamente molti presunti “guru” dei consumi alternativi si sono lanciati in campagne in base alle quali il fluoro provocherebbe di tutto, dalla diarrea, alla stipsi, al diabete ai tumori. E, naturalmente, smentendo oltre 50 anni di ricerche scientificamente accertate che hanno portato l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, alle raccomandazioni sulla promozione dell’uso del fluoro.

Gli USA hanno ammesso che il fluoro fa male?

Non risulta affatto, anzi a fine luglio l’A.D.A. (American Dental Association), la più importante ed autorevole associazione dei dentisti americani, ha pubblicato le nuove linee guida per la salute orale nelle quali, a proposito del fluoro, si sottolinea l’assoluta sicurezza dell’uso del fluoro se si seguono tipologie e dosaggi raccomandati, con una particolare attenzione ai bambini sotto i 6 anni (dosi < a 0,5 mg) nei quali l’eccesso di fluoro può provocare la fluorosi, che è l’unico effetto collaterale accertato e provoca problemi allo smalto dei denti.

Forse è proprio per questo che la polemica si è riaccesa e sono state riutilizzate notizie, non confermate, risalenti al 2010.

Il fluoro può essere nocivo? Solo se ne ingerite oltre 12 mg!

Come tutti i metalli, naturalmente presenti nell’organismo, è la giusta quantità la chiave per evitare pericoli. In Italia sono in vigore le direttive emanate dall’U.E. (76/78/CE) e le linee guida del Ministero della Salute, aggiornate nel novembre 2013. Nel merito le dosi permesse nei dentifrici per adulti prevedono una quantità massima di 1.500 ppm cioè 0,15 mg a fronte di una possibile tossicità per quantitativi dai 12 mg in su. La dose massima approvata e consentita è quindi inferiore di quasi 100 volte alla dose tossica.

I dentifrici per adulti devono, inoltre, contenere le avvertenze perché non siano usati dai bambini se non in dosi molto piccole e sotto la supervisione di un adulto.

Al proposito Altroconsumo, nel numero citato, ricordava che “Il Comitato scientifico cui si appoggia la Comunità europea per i prodotti di consumo, nell’ultima opinione, sulla base della letteratura disponibile a riguardo della sicurezza del fluoro per bambini con meno di 6 anni, afferma che la concentrazione massima di fluoruro ammessa nei dentifrici non costituisce un problema.”

dolci bambini

Dolci con i bambini ma non a tavola

Spesso la dieta dei bambini è troppo ricca di zuccheri

L’abitudine di utilizzare impropriamente lo zucchero nella dieta dei bambini molto piccoli è ancora così diffusa che uno studio condotto dai pediatri della clinica Sacco di Milano, condotto su 400 bambini dai 6 ai 36 mesi d’età, ha dimostrato che 9 bambini su 10 assumono troppo zucchero nella dieta quotidiana. Troppi genitori, ancora oggi, usano lo zucchero, o il miele, come fattore “premiante” per il piccolo.

La presenza di zuccheri nell’organismo è molto importante perché gli zuccheri, che appartengono alla famiglia dei carboidrati, forniscono al corpo l’energia di cui ha bisogno. Il saccarosio, il comune zucchero usato per addolcire bevande e preparare dolci, è uno zucchero di tipo semplice e quindi una volta ingerito, rilascia immediatamente energia.

Una seconda categoria di zuccheri è costituita dagli amidi che assumiamo con i cereali. Questi zuccheri, a catena complessa, vengono rilasciati più lentamente e con gradualità, in base alle necessità energetiche dell’organismo e sono quindi i cosidetti “zuccheri buoni
Il bambino abituato ad assumere zuccheri semplici tenderà a mantenere questa abitudine alimentare, con l’abitudine, nell’infanzia, a preferire merendine e dolciumi vari, ma questa abitudine è tutt’altro che sana ed è anzi alla base sia della diffusione di obesità infantile e di carie precoci, che di malattie metaboliche gravi, come il diabete, dovute alla incapacità di regolare la glicemia.

Glicemia e diabete

Il meccanismo di controllo della quantità di zuccheri, la glicemia, è molto complesso. L’organismo mantiene i livelli di zucchero entro un range di valori ristretto grazie alle funzioni di diversi ormoni. I due principali sono prodotti dal pancreas e sono ad azione opposta. Il primo, l’insulina è prodotta dalle cellule beta del pancreas e viene secreta in seguito all’aumento del glucosio (zucchero nel sangue) dopo i pasti . Al contrario con il digiuno o con l’esercizio fisico cala il glucosio e le cellule alfa del pancreas secernono glucagone che stimola la liberazione di glucosio accumulato nei tessuti, il glicogeno, che si accumula nei tessuti lipidici e, sopratutto, nel fegato.

Se la glicemia cala troppo in fretta o se il soggetto è spaventato, affamato, o sotto stress, l’adrenalina e i corticosteroidi secreti dalle ghiandole surrenali mobilizzano rapidamente il glucosio immagazzinato per dare energia rapida.
L’azione del saccorosio, quando in eccesso, è molto nociva perché stimola negativamente questo processo. Il saccarosio, infatti, viene assorbito velocemente provocando un rapido innalzamento della glicemia il che stimola il corpo a produrre più l’insulina per regolarne il livello. Per rispondere al successivo calo improvviso dello zucchero le surrenali secernono adrenalina, che provoca un rapido innalzamento dello stesso. Questo continuo ciclo insulina- glucagone provoca uno stress che, con l’andar del tempo, inibisce le ghiandole surrenali . In questo modo si manifesta ipoglicemia reattiva che, a lungo andare, crea le basi per un’insufficienza del pancreas e diventa diabete.
Le abitudini alimentari sbagliate vanno evitate e, in caso, corrette prima possibile.

Una dieta ricca di fibre e con minor presenza di zuccheri semplici è assolutamente da preferire perché favorisce uno sviluppo più sano del bambino. L’assunzione eccessiva di zucchero è solo un’abitudine sbagliata, non una necessità. Sono tanti gli errori che si fanno con i bambini, soprattutto quando ci sono di mezzo caramelle, torte e miele. Con il rischio che un comportamento troppo “dolce” di mamma e papà predisponga il bambino a carie, aumento di peso e a problemi che restano anche dopo lo sviluppo, da giovani e adulti.

“Se pensiamo che in natura non esistono carboidrati a rilascio immediato” spiegano i pediatri, ”ci rendiamo conto di quanto possa essere opportuno limitare l’aggiunta di zucchero”.
Meglio la frutta che, naturalmente dolce, fornisce in realtà un complesso di zuccheri ‘buoni’ che portano con sé altre importanti sostanze quali fibre, vitamine, minerali con un valore nutritivo ben superiore a quello fornito dal solo fruttosio in essa contenuto”.

smalto denti

Smalto dei denti: quali sostanze fanno bene?

Ciocolato fondente, tè verde, fragole e alcuni formaggi hanno effetti benefici sullo smalto dei denti.

Oltre che per alcuni effetti benefici sul cuore, il cacao amaro può essere un valido alleato per rafforzare lo smalto dei denti. Lo afferma un dentista di Beverly Hills, in California. Ad avere l’effetto di potenziamento dello smalto dei denti sarebbe la teobromina, un alcaloide naturale derivato dalla xantina e dalla composizione simile alla caffeina ed alla teofillina. La teobromina è presente in quantità considerevole nel cacao. In una barretta di cioccolato fondente da 100 g si trovano infatti dai 600 ai 1800 mg di teobromina. Attenzione, gli effetti benefici valgono solo se si mangia cioccolato fondente ad alto grado di purezza. Gli zuccheri presenti nel cioccolato al latte, infatti, vanificano gli effetti positivi del cacao amaro mentre, per sfruttare meglio gli effetti della teobromina, è opportuno consumare il cioccolato fondente a colazione o nelle prime ore del mattino.

Anche il tè verde, le fragole ed alcuni formaggi hanno un’azione benefica sui denti, in questo caso nel mantenere il bianco naturale dello smalto dei denti. Le fragole, in particolare, possono essere utilizzate come sbiancante naturale utilizzandole in un impasto insieme al bicarbonato di sodio. L’effetto sbiancante sarebbe dovuto all’acido malico presente nelle fragole. L’acido malico è conosciuto come acido della frutta perché presente in diversi tipi di frutta, tra gli altri le mele e l’uva. Nel vino è, insieme all’acido tartarico, uno dei composti acidificanti responsabili del quantitativo di acidità fissa.

Ancora più utile è il tè verde. Il tè verde contiene tannini e polifenoli in elevata quantità. Queste sostanze, che costituiscono il 30% del peso secco del tè, contrastano i batteri che danno luogo alla formazione della placca. Il tè verde è conosciuto ed utilizzato dalle società orientali da centinaia di anni. I suoi effetti benefici sono ben conosciuti dalla medicina tradizionale cinese. Ne esistono un gran numero di varietà in Cina, in Giappone ed in Corea. In quantità modeste sono presenti nel tè verde anche teobromina, teofilina e caffeina. Per mantenere le sue proprietà è necessario che il tè verde non abbia subito processi di acidificazione negli eventuali trattamenti industriali che sono iniziati parallelamente alla sua diffusione nel mondo occidentale.

gomme da masticare contro l'otite

Gomme da masticare utili contro l’otite.

Xilitolo utile non solo contro la carie.

Dopo il dentista anche il pediatra potrebbe cominciare a distribuire chicles, il nome americano delle prime gomme da masticare prodotte industrialmente da cui il termine milanese “cicche”. Le gomme da masticare allo xilitolo infatti sono consigliate dai dentisti per la capacità di contrastare la presenza dei batteri responsabili della placca, in primis lo streptococco. Questo batterio, infatti, si diffonde particolarmente in presenza di zucchero ma non se lo zucchero è lo xilitolo. In presenza di xilitolo anzi è stata accertata una diminuzione della presenza batterica fino al 75%. Lo xilitolo, inoltre, non ha effetti collaterali (ma non assumetelo se avete il colon irritabile) e non influisce sulla flora batterica naturalmente presente in bocca.

Gomme da masticare anche contro l’otite

Ma gli effetti benefici dello xilitolo sembrano estendersi anche all’apparato uditivo, per una patologia, l’otite, che colpisce sopratutto i bambini. In uno studio recente in Finlandia, lo xilitolo è stato provato nella prevenzione dell’otite media acuta; a 857 bambini è stato dato sotto forma di sciroppo, pastiglia o gomma da masticare. Risultato: l’insorgenza dell’otite è diminuita dal 20 al 40%, con un conseguente minor uso di antibiotici. La gomma da masticare ha dato i risultati migliori, forse per via del contemporaneo effetto sulla muscolatura delle tube di Eustachio, senza alcun effetto collaterale spiacevole. Sicuramente questo si deve al fatto che i batteri nocivi della bocca possono estendersi anche al di fuori del cavo orale e, dal momento che bocca, naso ed orecchie sono collegate, i rischi da infezione, in caso di uso di gomme allo xilitolo, si riducono anche in questi organi.

Bambini dal dentista

Bambini dal dentista: quando?

A che età a prima volta?

Tutti i genitori dovrebbero essere consapevoli dell’importanza di curare la salute della bocca e denti dei loro bambini, fin dalla nascita. Eppure, secondo un recente studio americano condotto su 500 genitori di bambini di età inferiore ai 12 anni, circa la metà di loro non aveva mai preso l’abitudine di portare regolarmente i loro figli dal dentista.

Circa il 20% pensa che sia opportuno portare i bambini dal dentista soltanto dopo la dentizione definitiva e solo il 63% delle mamme cura regolarmente l’igiene dentale dei propri bambini. Molti genitori non sono a conoscenza, o comunque non usano, i sistemi per la prevenzione della carie dei bambini, come l’uso controllato del fluoro e non stupisce, quindi, che ancora oggi il 30% dei bambini dei paesi industrializzati soffra di carie dentale.

Quando portare i bambini dal dentista?

I genitori dovrebbero portare i bambini dal dentista pediatrico, pedodontista, all’età di un anno o anche prima se a consigliarlo è il pediatra di famiglia.

I bambini dal dentista non ci devono andare perché necessitano di un trattamento, bensì per controllare lo sviluppo della bocca e dei denti, monitorare l’igiene orale, avere consigli sulla dieta. Costruire un buon rapporto tra dentista e bambino è molto importante ed è bene prevedere una o due visite l’anno in modo che il pedodontista possa controllare l’eruzione dei denti da latte, che inizia entro il sesto mese di vita. Spesso non si considerano importanti le carie presenti sui denti da latte che invece devono essere evitate, o almeno curate, per impedire che la dentatura definitiva nasca in una bocca già malata.

Per questo motivo sarebbe opportuno pulire le gengive del bambino con una garzina, anche se non sono ancora presenti i primi dentini, almeno due volte al giorno. Alla comparsa dei primi denti è importante prendere l’abitudine all’igiene orale pulendolo con uno spazzolino dalle setole morbide e della giusta dimensione. Per meglio pulire i dentini può essere utile tenere il bambino appoggiato sul proprio petto oppure sdraiarlo sul letto.

L’igiene orale è importantissima per garantire la salute orale dei bambini ed è fondamentale che i genitori insegnino ai propri figli le pratiche corrette dell’igiene quotidiana. In Adec lo riteniamo così importante da aver deciso, ormai da diversi anni, di organizzare corsi di igiene orale dedicati ai bambini più piccoli. Con la presenza di specialisti e con le pratiche ludiche più divertenti insegniamo ai bambini come e quando mantenere puliti i denti e la bocca e quali sono i nemici e gli amici dei denti.

Per saperne di più su quando portare i vostri bambini dal dentista telefonate in studio al numero verde 800 10 20 20 e chiedete informazioni.

raccomandazioni odontostomatologia

Odontostomatologia: pubblicate le raccomandazioni

Per facilitare la condivisione delle finalità terapeutiche tra professionista e paziente.

Ci sono novità in odontostomatologia. Sono stati pubblicati, in un apposito documento, i nuovi atti di indirizzo di natura clinica e relativi all’appropriato uso di attrezzature e materiali di normale utilizzo in ambito odontoiatrico. Lo ha fatto il Ministero per la salute, lo scorso marzo, in occasione della ventunesima edizione della Giornata Mondiale della Salute Orale, nell’Auditorium del Ministero della salute di Roma, dove è stato presentato il documento: Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia.

I nuovi obiettivi in odontostomatologia

Obiettivo principale è quello di riunire in un unico testo la definizione di approcci terapeutici univoci e basati su dati scientifici, in un quadro tecnico di riferimento condiviso a livello nazionale e nell’ottica della tutela della salute del paziente. Tutto ciò per consentire all’operatore sanitario la migliore risposta ai bisogni di salute orale non solo sulla base della propria, individuale, scienza e coscienza ma anche per facilitare la condivisione delle finalità terapeutiche tra professionista e paziente.

Il documento detta le indicazioni in odontostomatologia per la realizzazione di percorsi terapeutici che tengano conto delle necessità specifiche del paziente e della possibilità di personalizzazione dei trattamenti individuali, anche con l’obiettivo di ridurre progressivamente le diversità della qualità dell’offerta di prestazioni odontoiatriche esistente sia in regime di SSN che di libera professione.

Queste le tematiche trattate nel documento:

  • odontoiatria pediatrica
  • odontoiatria restaurativa
  • endodonzia
  • parodontologia
  • chirurgia orale
  • implantologia orale
  • gnatologia
  • odontoiatria protesica
  • ortognatodonzia
  • odontoiatria speciale
  • medicina orale
  • odontoiatria protesica di riabilitazione post-oncologica
olio di cocco dentifricio

Addio alla menta nei dentifrici

Non sarà più la menta, l’aroma principale dei dentifrici nel prossimo futuro. Almeno secondo quanto pubblicato da ricercatori irlandesi dell’Athlone Institute of Technology (Irlanda) autori di un studio presentato al meeting annuale della Society for General Microbiology all’University of Warwick (Gran Bretagna). Nello studio si evidenziano le proprietà anticarie dell’olio di cocco se trattato con enzimi digestivi.

Questo cocktail sembra poter diventare uno spietato killer dei batteri che si annidano nel cavo orale a partire dallo Streptococcus mutans, uno dei principali microrganismi coinvolti nel metabolismo del saccarosio e tra le cause della formazione della carie.

Un problema che, secondo i ricercatori, nei Paesi industrializzati colpisce il 60-90% dei bambini e la maggior parte degli adulti.

Le proprietà dell’olio di cocco, ottenuto utilizzando la polpa essiccata (copra) della noce di cocco è già ben conosciuto per i suoi utilizzi cosmetici e per essere utilizzato in molti preparati naturali, ma la sua azione anticarie era rimasta, ad oggi, sconosciuta.

“L’integrazione nei prodotti per l’igiene dentale di enzimi modificati con olio di cocco” – afferma Damien Brady, autore dello studio – “potrebbe essere una valida alternativa agli additivi chimici usati oggi per la pulizia dei denti. In particolare perché l’olio di cocco funziona anche a concentrazioni relativamente basse. Inoltre – conclude – con l’aumento della resistenza agli antibiotici è importante che la ricerca in questo settore sviluppi nuove strategie per combattere le infezioni microbiche del cavo orale”.