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ipnosi intervento chirurgico

Addio anestesia negli interventi

Addio all’anestesia, ed ai problemi spesso connessi, nel prossimo futuro l’alternativa sarà l’ipnosi. Ma il futuro è già oggi visto che in Sardegna è stato effettuato il primo intervento chirurgico nel quale il paziente è stato addormentato con l’ipnosi.

È accaduto all’ospedale San Martino di Oristano (Sardegna) dove una donna è stata fatta addormentare grazie al potere dell’ipnosi. La paziente, che soffriva di problemi cardiaci, si è risvegliata dopo dieci minuti senza avere nessun tipo di dolore post operatorio. Il risultato, giustamente considerato straordinario, apre nuove strade sopratutto per i pazienti per i quali l’anestesia tradizionale è rischiosa, per patologie pregresse, allergie o altre problematiche personali e, con tutta probabilità, la strada tracciata dai medici italiani diventerà ben presto un’autostrada.

Ma che cosa ha spinto i medici a tentare questa metodologia non solo alternativa ma anche rivoluzionaria per addormentare la paziente? La scelta è stata quasi obbligata perché la signora, avendo già avuto altri interventi, soffriva di stati d’ansia e sensibilità al dolore. Così l’equipe chirurgica ha deciso di far entrare in sala operatoria lo specialista in ipnosi. Il chirurgo e la sua equipe hanno così deciso di operare il cuore della donna grazie al mix ipnosi più leggera anestesia locale. In questa maniera la paziente non è stata sottoposta allo stress causato dall’anestesia generale che per lei sarebbe potuto essere rischioso.

Ad eseguire l’intervento, l’Unità Operativa della Asl oristanese guidata dal dottor Antonio Caddeo.
“Siamo consapevoli di aver portato a termine un intervento straordinario – ha detto lo specialista in ipnosi Nino Sole – L’anestesia ipnotica è una pratica non comune che potrà dare in futuro ottimi risultati”. L’addormentamento via ipnosi però prevede un iter molto rigoroso. L’ipnologo e il radiologo, infatti, hanno incontrato la paziente in 3 sedute preliminari, in modo da instaurare la “relazione terapeutica di preparazione”.

“Con l’ipnosi è molto importante che si crei un buon rapporto di fiducia e scambio tra medico e paziente, a differenza della medicina tradizionale – spiega l’ipnologo – Il paziente, infatti, non è più semplice spettatore di quanto accade nel suo corpo, come negli interventi eseguiti con tecniche tradizionali, ma protagonista attivo nella diagnosi e guarigione”.

”Nei primi venti minuti abbiamo condotto la signora a uno stato di coscienza modificato - ha spiegato l’ipnologo - Da qui l’abbiamo condotta nello stato ipnotico dove ha potuto visualizzare immagini positive, paesaggi sereni e luoghi della sua infanzia lontani da ansie e preoccupazioni. Quando l’intervento è finito la donna è stata condotta al risveglio: appena ha aperto gli occhi mi ha ringraziato”.
Il racconto della paziente sembra quasi romanzato, la paziente ha raccontato di aver visto il suo corpo mentre veniva operata, come se stesse vivendo un’esperienza extracorporea, e di non aver sentito nessun dolore al risveglio.

tumore cavo orale

Le 7 regole d’oro per prevenire il tumore del cavo orale

Quasi 300.000 nuovi casi ogni anno nel mondo, 6.000 solo in Italia. Sono i dati, allarmanti, della diffusione del carcinoma squamoso del cavo orale, la sesta forma tumorale più diffusa nel mondo e con un incidenza del 90% tra i tumori maligni della bocca.

Dati, come si vede, preoccupanti, che stanno spingendo sempre più le organizzazioni mediche a spingere verso la prevenzione anche perché le probabilità di sopravvivenza sono molto alte, circa il 90%, a fronte di una diagnosi precoce.

Purtroppo la diagnosi è ancora oggi troppo spesso tardiva ed in questo caso le possibilità di sopravvivenza scendono al di sotto del 20% e soltanto dopo un intervento chirurgico non solo invasivo ma che gli stessi medici definiscono di tipo demolitivo.

Le sette regole d’oro per la prevenzione

Bisogna innanzitutto, secondo gli esperti, privilegiare la prevenzione primaria attraverso l’eliminazione dei fattori di rischio adottando uno stile di vita sano.

Fumo ed alcol

Eliminare abitudini dannose come il fumo e l’alcol rappresentano le indicazioni più importanti.

Per i fumatori è bene sottolineare come pipa e sigaro non siano meno dannosi, come si ritiene comunemente, al contrario sono i principali responsabili di questo tipo di tumore.

Raggi ultravioletti

Altro fattore di rischio elevato sono i raggi UV dai quali è necessario essere sempre protetti indossando indumenti protettivi ed evitando lunghe esposizioni al sole sopratutto negli orari più caldi. Sono da evitare anche lampade e lettini abbronzanti.

Igiene orale

Fondamentale, nella prevenzione di questo tumore, è mantenere costantemente una buona igiene orale sia domiciliare che professionale. Rivolgersi al proprio dentista o igienista per controlli periodici e pulizie dei denti è il modo migliore per essere sempre certi non solo di mantenere in buona salute i propri denti, ma anche per avere un controllo dei tessuti orali che permette eventuali diagnosi precoci.

Auto esame delle mucose

Importante anche l’auto-esame delle mucose da parte del paziente. Le mucose del cavo orale sono normalmente rosee. Se si individuano chiazze bianche, rosse, formazioni sopraelevate della mucosa, ulcere o altro, è importante rivolgersi subito all’odontoiatra. Se non spariscono completamente e spontaneamente entro 14 giorni, è necessario approfondire.

Presenza di lesioni precancerose

In questo caso è bene rivolgersi immediatamente ad uno specialista

Alimentazione

L’alimentazione gioca un ruolo importante nella prevenzione di questo tumore. Consumare quotidianamente molta frutta e verdura scegliendo preferibilmente prodotti stagionali aiuta nella prevenzione.

Papilloma virus

Il papilloma virus, dei ceppi 16 e 18 è coinvolto nella patologia del carcinoma orale. Per questo alcune pratiche sessuali, come il sesso orale, sono da considerarsi a rischio

dentista economico

Il dentista economico

Sono sempre meno gli italiani che si prendono cura dei denti, come risulta anche dalle ultime indagini di mercato. Colpa della crisi economica, senza dubbio, e della fobia che porta quasi la metà delle persone a rivolgersi al dentista soltanto quando “non se ne può proprio fare a meno”.

Oggi a questi due fattori va aggiunta una nuova motivazione: il disorientamento. Infatti , se una volta l’unico problema era quello di trovare un dentista bravo ed economico che potesse diventare il dentista di fiducia per se e la propria famiglia oggi, con l’avvento del turismo dentale, degli studi dentistici low cost e le pubblicità delle cure dentali low cost, la confusione, per chi ha bisogno di cure e deve stare attento al budget familiare, è arrivata ai massimi livelli.

È possibile ottenere gli stessi risultati con prezzi così diversi, almeno all’apparenza?

Naturalmente no e questo vale per qualunque settore economico e di mercato ed a maggior ragione in un campo, tanto delicato quanto importante, come quello della propria salute. E lo sanno, purtroppo, le tante persone rimaste scottate da presunti dentisti operanti in studi low cost spariti da un giorno all’altro o che si sono ritrovati nelle mani di persone poco qualificate e diverse ad ogni seduta.

Come fare la scelta giusta e, sopratutto, si possono avere cure dentali sicure, di qualità ed allo stesso tempo economiche?

Sicuramente si, a condizione di intendersi sul significato del termine economico. Se per economico si intende soltanto il prezzo più basso, senza curarsi di altri aspetti, la scelta non può che ricadere su un dentista low cost.

Il concetto che sta dietro al termine economico è più complesso. Avere le cure più appropriate, ad esempio facendo di tutto per salvare un dente invece che proporre in tutti i casi l’estrazione e la sostituzione con un impianto; utilizzare tecniche e materiali di alta qualità in modo da garantire sia sicurezza che durata nel tempo; far eseguire terapie ed interventi solo da professionisti qualificati e specializzati, con le migliori garanzie, in ambienti sicuri ed all’avanguardia; infine, sapere di poter contare su un rapporto con lo studio ed il professionista che non si esaurisce con la terapia ma si mantiene nel tempo. Il tutto ai prezzi migliori.

Tutto questo garantisce sicurezza e tranquillità al paziente e permette di scegliere un dentista economico ma che abbia tutte le caratteristiche per diventare il proprio professionista di fiducia.

Al contrario il dentista low-cost non potrà garantirvi questo tipo di qualità sia nella prestazione che nell’assistenza successive dal momento che, nella maggioranza dei casi, non fornisce alcun tipo di assistenza post terapia visto che, nel caso del turismo dentale non sarebbe nemmeno più conveniente tornare in seguito mentre negli studi dentistici low cost nostrani, nella migliore delle ipotesi, probabilmente non troverete più lo stesso dentista.

Qualche consiglio pratico

Nelle grandi città come Milano gli studi dentistici low cost sono sempre più numerosi ed è facile essere attratti dalle loro cure apparentemente economiche. Prima di scegliere un qualsiasi dentista a Milano con prezzi bassi però vi suggeriamo di controllare alcuni aspetti.

1) Ambiente:

  • da quanto tempo è attivo lo studio dentistico?
  • Gli specialisti sono indicati con titoli e qualifiche?
  • L’ambiente è assolutamente pulito, igienizzato e, allo stesso tempo, confortevole?
  • Il servizio di segreteria è efficiente e disponibile?
  • Lo studio è dotato di strumentazione ed apparecchiature mediche moderne? (ad esempio rx digitali, TAC, etc…)

2) Visita:

  • date molta importanza alla prima visita che, anche se gratuita, deve essere completa e non limitata al problema che avete esposto.

3) Il professionista che vi segue:

  • ha valutato lo stato complessivo della vostra bocca?
  • Ha effettuato un’anamnesi approfondita?
  • Prima della diagnosi ha effettuato una radiografia?
  • Vi ha consigliato, o sottoposto, ad una seduta di igiene dentale?
  • Vi ha proposto subito come soluzione migliore quella di estrarre il dente e sostituirlo con un impianto?
  • Vi ha consigliato un programma di controlli periodici post-terapia?
  • Vi ha fornito istruzioni chiare a scopo preventivo per mantenere la salute dei denti?

Se siete alla ricerca di un dentista a Milano economico rivolgetevi ai nostri specialisti. Adec è lo studio dentistico economico a Milano che offre cure di qualità al giusto prezzo. Il nostro centro odontoiatrico a Milano dispone di 13 studi riuniti con specialisti in ogni campo dell’odontoiatria. I 30 anni di attività e i quasi 40.000 pazienti curati sono la nostra migliore garanzia.

Puoi chiamarci al numero verde 800 10 20 20 o allo 02 40702111. Oppure puoi scriverci all’indirizzo info@adec.it

giovani fumatori

Un ragazzo su 5 è un fumatore abituale

Un dato molto allarmante: il 22% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni è un fumatore abituale. Il 13% di loro inizia a fumare prima dei 15 anni, il 75% dei fumatori ha dichiarato di aver iniziato a consumare tabacco tra i 15 ed i 20 anni.

Ai giovani piace “rollare”

E’ un’antica abitudine che è tornata molto di moda tra i giovani, parliamo delle sigarette “autoprodotte” con cartine e tabacco.

Il consumo di tabacco in busta e di cartine è addirittura raddoppiato negli ultimi anni. Alla base di questa esplosione c’è sicuramente la moda di “rollarsi” una sigaretta che, purtroppo, si dimostra molto attraente e capace di generare molta emulazione anche se non sono estranei motivi economici visto che confezionarsi 20 sigarette in proprio costa circa la metà che acquistarne un pacchetto con pari numero di sigarette.

Come avveniva in passato, quando moda e pubblicità associavano personaggi “positivi” al fumo, coinvolgendo i giovani e giovanissimi, ancora oggi l’ambiente sociale, le mode e lo spirito di emulazione sembrano avere la meglio sulle campagne anti fumo, gli allarmi dei medici ed i provvedimenti legislativi che vietano la pubblicità del tabacco

I 15-24enni fumano mediamente 10 sigarette al giorno ma circa un terzo dei ragazzi (il 28 per cento) ammette di accenderne tra le 15 e le 24 nell’arco delle 24 ore. «E c’è di peggio – dicono all’Osservatorio contro il fumo. Confrontando i dati di quest’anno con quelli del 2013, appare chiaro che i nostri ragazzi fumano sempre di più. È addirittura comparso un “gruppo” mai visto finora: un 1,3 per cento di intervistati che dichiara di superare le 25 sigarette al giorno».

Nel Rapporto di quest’anno (realizzato tramite un’indagine DOXA, effettuata per conto dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri) c’è però anche la conferma “storica” del principale motivo che porta ad iniziare a fumare.

Infatti, indagando le cause si scopre che, come sempre, tutto ruota intorno ai coetanei.

Quasi il 60 per cento degli interpellati dichiara di aver iniziato avendo visto amici o da compagni di scuola che già fumavano.

Il 17% dichiara: «Ho provato e mi piaceva». In percentuali minori troviamo il desiderio di sentirsi più grande, l’influenza di familiari tabagisti o quella di un partner.

Cosa fare?

Gli esperti di tutti i Paesi concordano sulla proposta dell’Organizzazione Mondiale di Sanità: aumentare il prezzo del tabacco è il più significativo intervento per scoraggiare l’iniziazione nei giovani.

«Secondo le stime diffuse dall’Oms – commenta Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – soltanto l’otto per cento della popolazione mondiale vive in Paesi con una tassazione sufficientemente alta da scoraggiare il consumo di sigarette e sigari. L’Italia su questo fronte è indietro: siamo al 15esimo posto in Europa, ancora più in basso sul trinciato». «Il nostro Stato è riluttante e ambiguo – prosegue Garattini – perché, se diminuisce il consumo di tabacco, si riducono gli introiti del Monopolio. Certo, se lo Stato aumentasse di un euro il pacchetto di sigarette, calerebbero le vendite, ma le stime indicano che ci sarebbero in ogni caso introiti cospicui, derivanti dal prezzo più alto. Senza considerare quanto si risparmierebbe, sul fronte del Servizio sanitario nazionale, con il numero minore di malattie dovute al tabacco da curare se le persone smettessero o non iniziassero proprio a fumare».

«Bisogna poi lavorare sulla pubblicità indiretta - aggiunge Roberta Pacifici -. Nel Rapporto di quest’anno abbiamo segnalato che l’11,8 per cento della popolazione di età superiore ai 15 anni ha visto su internet oppure ha ricevuto via e-mail la pubblicità di sigarette o la proposta di acquisto. Inoltre, abbiamo riportato un recente studio pubblicato nel libro “Cenere di stelle. Cinema fumo e adolescenti” (di Altomare e Galetta, due medici appassionati di cinema) che ha analizzato oltre 160 film tra i migliori usciti l’anno scorso. Nel 60 per cento delle pellicole c’erano immagini in cui si fumavano sigarette, con una frequenza di 15 scene ogni ora (negli anni Cinquanta la frequenza era di 10 ogni ora)». «La nostra proposta, dunque – aggiunge l’esperta -, è quella d’introdurre regole più severe che limitino l’accesso di bambini e adolescenti a film che contengono non solo scene di violenza o sesso, ma anche scene di fumo pretestuose o ingiustificate. Anzi, sarebbe opportuno inserire spot antifumo che, allo stesso modo di quelli antipirateria, precedano l’inizio di film valutati come troppo “indulgenti” nei confronti del tabacco».

Altrettanto importante e necessario è l’investimento in educazione e campagne d’informazione sui danni del tabacco, interessando già i bambini delle elementari. È stato dimostrato infatti che intervenire precocemente è molto efficace, visto che gli “anticorpi” verso comportamenti insalubri si formano nei primi dieci anni di vita.

Senza dimenticare, ancora, progetti come «Non fare autogol», promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica: un tour a tappe nelle scuole superiori italiane che, sfruttando il fascino positivo di calciatori di serie A, punta a fornire un esempio positivo e a far conoscere ai giovanissimi l’importanza di uno stile di vita sano. All’insegna dell’intramontabile motto «prevenire è meglio che curare». Perché è più semplice spiegare a un bambino o a un ragazzino i danni del fumo e convincerlo a non accendersi mai la prima sigaretta, piuttosto che persuadere, poi, un giovane o un adulto a smettere.

erosione

7 suggerimenti per limitare l’erosione dentale

Probabilmente siete tra coloro che curano i propri denti con una quotidiana igiene dentale, per prevenire la carie e, se siete particolarmente attenti, utilizzate sia lo spazzolino che il filo interdentale per pulire bene gli spazi tra i denti, sopratutto dopo aver mangiato alimenti particolarmente cariogeni, come i dolci.

Se fate questo tipo di igiene dentale con regolarità siete sicuramente protetti contro il rischio di carie ma potreste non esserlo contro un altro rischio, quello dell’erosione dentale.

Cos’è l’erosione dentale?

Si tratta di un fenomeno sottovalutato ma grave ed in aumento tanto che nei paesi avanzati può colpire una persona su cinque.

L’erosione dentale è la demineralizzazione dei denti che colpisce lo smalto e la dentina per effetto delle sostanze acide contenute negli alimenti.

Ancora più grave se si soffre di reflusso gastro-esofageo per via dell’azione dei succhi gastrici acidi che arrivano a contatto con i denti.

E’ molto diversa dalla carie che è sempre frutto di un processo di acidificazione ma, in questo caso, dovuto ai batteri la cui azione produce acido sui denti.

Ed è anche più subdola perché è un processo che avviene più lentamente e senza i sintomi tipici della carie, per cui è difficile accorgersene finché il danno non è grave.

E che sia una patologia da non sottovalutare appare chiaro se si pensa che l’erosione dentale può portare a danni della struttura dentale fino alla perdita del dente colpito.

Se il processo di erosione dentale è iniziato può essere aggravato da tecniche sbagliate di spazzolamento e dall’eccessivo spazzolamento dei denti, sopratutto se effettuato con spazzolini a setole dure oppure usando un dentifricio particolarmente abrasivo.

 

Perché si assiste ad un aumento dell’erosione?

In gran parte perché l’alimentazione è fatta con troppe sostanze acide.

Ma anche perché è in aumento l’obesità, fattore di rischio per il reflusso gastroesofageo che favorisce l’erosione dei denti.

Sotto accusa sono sopratutto le bevande acide, quelle a base di cola, le bevande energetiche e le bevande gasate in genere che rendono l’ambiente orale più acido e più attaccabile.

Ma anche la frutta acida, che non viene rimossa dalla bocca con sollecitudine.

Questo fenomeno si moltiplica, in alcune persone, con l’abrasione, dovuta sia ad un uso troppo frequente dello spazzolino, sia a modalità aggressive nell’usarlo, sia ad un uso eccessivo di dentifricio abrasivo.

Il rischio è aumentato anche col frequente uso di farmaci (tra cui i diuretici anti ipertensivi) che riducono il flusso di saliva rendendo i denti più vulnerabili agli acidi

Se i denti potessero parlare

Per prevenire o limitare i danni è fortemente consigliato seguire queste regole:

1. Limitare cibi e bevande acide (tra cui il vino).

2. Sciacquare con acqua dopo aver consumato sostanze acide. Quando possibile, risciacquare con bicarbonato di sodio e/o con un collutorio al fluoro.

3. Dopo aver mangiato usare per 15-20 minuti una gomma da masticare senza zucchero per aumentare il flusso di saliva, che aiuta a lavare via gli acidi dalla bocca. La saliva è alcalina.

4. Utilizzare pochissimo dentifricio, che consuma i denti. Se lo usate sceglietelo meno abrasivo , tra quelli contenenti bicarbonato di sodio, che è alcalino.

5. Abbandonate lo spazzolino manuale. Utilizzate solo uno spazzolino da denti elettrico, per un massimo di 2 minuti, con setole morbide e solo alla sera. Al mattino e a mezzogiorno concentratevi sull’uso del filo e dello scovolino. Non è necessario pulire le zone visibili dei denti e usare lo spazzolino più di una volta, ma questo deve essere fatto almeno una volta, alla sera.

6. Non consumate latte, latticini, o fatelo il meno possibile. Apparentemente il calcio aiuta a proteggere dall’osteoporosi. In realtà l’effetto di troppe proteine è di acidificare l’organismo e quindi di far perdere calcio.

7. E’ bene bere acqua alcalina ionizzata che combatte meglio di qualsiasi altro elemento l’ossidazione e, rendendo il corpo alcalino, aiuta la salute sia in senso generale che, nello specifico, i denti.

Se pensate di avere qualche problema di erosione dentale, consultateci. Un nostro specialista potrà fare la diagnosi più corretta e concordare con voi le migliori soluzioni.

fluoro

Cos’è il fluoro?

Il fluoro è un minerale ampiamente diffuso in natura e contenuto anche in diversi alimenti come i cereali ed alcuni crostacei.

Da moltissimi anni si sa che il fluoro è particolarmente efficace nella prevenzione della carie dentale e, fin dagli anni 30, in America, l’acqua potabile delle reti idriche è stata arricchita con fluoro per ridurre l’incidenza della carie.

Questa soluzione venne adottata grazie ad uno studio medico che dimostrò che in soggetti cresciuti bevendo acqua che conteneva naturalmente fluoro l’incidenza della carie era di due terzi inferiore rispetto a soggetti che vivevano in zone in cui l’acqua non conteneva fluoro.

Da allora numerosi studi hanno evidenziato che, quando si aggiunge fluoro alle riserve idriche di una comunità, la carie diminuisce. L’American Dental Association (Associazione Dentistica Americana), l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’American Medical Association (Associazione Medica Americana), insieme a molte altre organizzazioni, sostengono l’aggiunta del fluoro nelle riserve idriche per contrastare la carie.

Come funziona ?
Il fluoro aiuta a prevenire la carie in due diversi modi:

  • È utile ai bambini in fase di crescita poiché agisce rafforzando lo smalto dei denti da latte e di quelli permanenti prima che spuntino.
  • Negli adulti serve a rafforzare lo smalto dei denti permanenti

L’azione del fluoro avviene sopratutto durante i naturali processi di demineralizzazione e rimineralizzazione che avvengono in bocca con l’alimentazione.

Dopo aver mangiato, infatti, l’ambiente della bocca è acido e questo provoca i processi di demineralizzazione dei denti. La demineralizzazione è la perdita di calcio e fosforo sotto la superficie dentale.

Quando l’ambiente è meno acido avviene il processo contrario: i livelli di calcio e di fosforo vengono ristabiliti, rafforzando i denti. Questo processo viene chiamato rimineralizzazione.

In presenza di fluoro durante la rimineralizzazione, i minerali depositati sono più duri del normale e contribuiscono così a rafforzare i denti e a prevenire la dissoluzione durante la successiva fase di demineralizzazione.

Qual’è deve essere l’apporto di fluoro?
Le linee guida del Ministero della Salute italiano consigliano quanto segue:

“Si consiglia una fluoroprofilassi sistemica per tutti i soggetti da 6 mesi di età a 3 anni che vivono in aree in cui la concentrazione del fluoro nelle acque è < 0,6 ppm [...].

Successivamente, dai 3 ai 6 anni la somministrazione di fluoro deve avvenire per via topica attraverso l’uso di paste dentifricie a basso contenuto di fluoro (500 ppm), 2 volte al giorno.

Dopo i 6 anni, l’uso del dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, 2 volte al giorno, è di fondamentale importanza nella prevenzione della carie e può costituire l’unica forma di somministrazione.”

vitamina d carie

Vitamina D fin dalla gravidanza contro la carie

Se aspettate un bambino e vi state sottoponendo agli esami di routine, sarà bene che vi facciate controllare anche i livelli di vitamina D.

Molte donne, probabilmente, già lo fanno visto che l’importanza della vitamina D per contrastare l’osteoporosi è ben conosciuta, ma oggi diventa importante avere giusti livelli di vitamina D anche per garantire la salute orale dei propri figli, fin dalla gravidanza.

Uno studio canadese pubblicato sulla rivista Pediatrics, indica infatti che bassi livelli di vitamina D nelle donne in gravidanza possono aumentare il rischio di sviluppare carie nei bambini.

Secondo il gruppo di ricerca dell’Università di Manitoba, che ha analizzato i livelli di vitamina D nelle donne in gravidanza durante il secondo e terzo trimestre e ha condotto test per vedere quale sarebbe stato l’impatto sulla salute orale dei propri figli, la carenza di vitamina D può causare demineralizzazione dello smalto, che si traduce direttamente in un aumento del rischio di carie.

Delle 207 donne sulle quali è stato effettuato lo studio, il 33% aveva bassi livelli di vitamina D.

Quasi il 60% dei bambini nati da queste mamme aveva problemi di demineralizzazione dello smalto e, nel 39% dei casi, addirittura di carie precoce.

Anche se al momento della nascita ai bambini non sono ancora spuntati i denti, lo smalto inizia a formarsi quando il feto è nel grembo materno e una carenza di vitamina D durante la gravidanza può avere un impatto negativo sulla salute orale di un bambino anche prima che i denti cominciano a spuntare.

La ricerca ha stabilito che i bambini nati da madri con livelli normali di vitamina D avevano significativamente meno probabilità di carie dentale.

I ricercatori hanno quindi sottolineato l’attenzione che le donne in gravidanza debbono avere per la loro dieta, introducendo alimenti ricchi di vitamina D.

Cos’è la vitamina D

La vitamina D, calciferolo, è importante per il funzionamento dell’apparato cardiovascolare ma, sopratutto, favorisce il trasporto del calcio nelle ossa e si assume in genere con l’esposizione ai raggi solari.

Secondo i medici l’assunzione di vitamina D non deve mai essere inferiore ai 75 mcg in tutti i periodi della vita.

Qual’è l’alimento più ricco di vitamina D? Il fungo shiitake, un alimento molto usato nella cucina giapponese, di cui la preferita è la variante secca.

dente fratturato

Dente fratturato: cosa serve sapere

Anche i denti, come tutte le parti dure del corpo, possono subire fratture in seguito a traumi violenti o ripetuti ed anche le fratture dei denti possono essere di tipo diverso, come quelle delle ossa.

Ecco una descrizione delle più comuni.

Quando la frattura parte dalla superficie masticante del dente e prosegue verso la radice si parla di dente fratturato. Talvolta essa oltrepassa il limite gengivale e prosegue nella radice.
Un dente fratturato non è spezzato in due parti, ma il tessuto interno molle del dente viene, quasi sempre, danneggiato.

Linee di screpolatura:

Quando il dentista trova leggere screpolature si è di fronte a fratture molto piccole che interessano solo lo smalto esterno del dente. Sono comuni in tutti i denti degli adulti e non provocano dolore.
Le linee di screpolatura non richiedono trattamenti odontoiatrici.

Cuspide fratturata:

La cuspide è la parte appuntita della superficie masticante del dente. Se la cuspide viene danneggiata durante la masticazione si avvertirà un dolore acuto.
La frattura della cuspide va adeguatamente trattata per prevenire una frattura dell’intero dente.

Dente fratturato a metà:

Questo è spesso l’esito di una frattura dentale non trattata. In questo caso, il dente si divide in due parti. Le fratture verticali della radice sono delle fratture che partono dalla radice e si dirigono verso la superficie masticante del dente.

Perché i denti si fratturano?

Sono molte le cause che possono provocare la frattura dei denti, tra queste le più comuni sono:

  • il digrignamento, che costringe i denti ad una forte pressione tra arcata superiore ed inferiore
  • le otturazioni, che possono indebolire il dente
  • masticare o mordere qualcosa di duro, come caramelle dure, noccioli di frutta, ossa
  • traumi al mento o alla mandibola
  • problemi gengivali dove vi sia stata perdita di osso, che potrebbe rendere il dente più suscettibile alla frattura delle radici

Come posso sapere se ho un dente fratturato?

Individuare una frattura dentale non è semplice perché i sintomi sono variabili e spesso, dall’esame esterno, non si rilevano tracce di rottura ed anche le radiografie, a volte, non evidenziano una frattura dentale.

Il dolore durante la masticazione è uno dei sintomi più comuni, così come la sensibilità alle temperature molto basse.

Un altro sintomo è costituito dall’improvvisa sensibilità ai cibi dolci pur senza la presenza di carie.
In questo caso si presenta un edema (gonfiore) limitato ad una piccola area in corrispondenza del dente interessato.

Perché le fratture non si vedono con una radiografia?

Ciò avviene perché il fascio di raggi X deve essere parallelo alla frattura perché possa renderla visibile.
In ogni caso, di solito, sono presenti altri segni che permettono di individuare una frattura.

Una frattura verticale del dente porta, dopo un certo periodo, ad una perdita verticale di osso in prossimità della radice, che può essere evidenziata dal dentista.

Se si sospetta una frattura il dentista potrebbe utilizzare un fascio di luce oppure una lente di ingrandimento per individuarla. In questo caso possono essere applicate anche particolari vernici sul dente per seguire il corso della frattura.

C’è bisogno di un trattamento?

Si. È importante recarsi dal dentista al più presto possibile perché il trattamento sia più efficace. Se non vengono trattati, i denti fratturati possono portare alla morte del nervo con il possibile sviluppo di un ascesso che richiederebbe una cura canalare o, nei casi più gravi, l’estrazione del dente interessato.

Nei casi di fratture molto estese il dente si può spezzare in due. Se ciò avviene il dentista non potrà salvare il dente e questo dovrà essere estratto.

Perderò il mio dente?

In alcuni casi, ma non sempre, il dente viene perso. Nell’arcata superiore spesso la frattura si verifica proprio al centro del dente e l’estrazione è l’unica opzione. É quindi molto importante recarsi dal dentista il più presto possibile.

Come vengono riparati i denti fratturati?

Il trattamento da scegliere dipende da come e quanto è danneggiato il dente. Oggi sono disponibili diverse tecniche odontoiatriche.

Odontoiatria adesiva: questa tecnica prevede l’utilizzo di un materiale resinoso che viene apposto nell’area della frattura e che consente di riparare facilmente piccole scheggiature della superficie masticatoria del dente. L’odontoiatria adesiva è anche in grado di ridare al dente la sua forma originaria.

Rimodellamento cosmetico: si pratica se la scheggiatura è molto ridotta. In questo caso i bordi taglienti del dente vengono arrotondati e lucidati.

Faccette: sono la soluzione ideale per un dente che conserva una quantità sufficiente di tessuto poiché sono molto durevoli e richiedono una minima preparazione del dente.

La faccetta è un sottile strato di porcellana o di un materiale a base di resina, fabbricata in modo da adattarsi alla superficie frontale del dente.

Corone: se il dente è molto danneggiato e non può ricevere una faccetta, è necessario preparare una corona.
La corona viene posta su ciò che è rimasto del dente rinforzandolo e dandogli l’apparenza di un dente naturale. Se il nervo è stato danneggiato e si è infettato, potrebbe prima essere necessaria una cura canalare. Quest’ultima comporta la rimozione dell’infezione dal canale radicolare. Il canale viene quindi ripulito ed otturato per prevenire ulteriori infezioni.

Sostituzione del dente: è la soluzione estrema che si adotta quando nessuna delle precedenti soluzioni è possibile e si è dovuto procedere all’estrazione del dente naturale. Quando possibile il dente naturale viene sostituito da un impianto che è la soluzione migliore sia sotto l’aspetto funzionale che estetico.

Dopo il trattamento per la frattura, il mio dente guarirà completamente?

Diversamente dalle fratture ossee, la frattura di un dente non guarirà mai completamente. Dopo il trattamento, la frattura potrebbe comunque peggiorare e portare, in ogni caso, alla perdita del dente.
È comunque importante sottoporsi al trattamento odontoiatrico, poiché la maggior parte dei denti fratturati può conservare la propria funzione per diversi anni se trattati.

È possibile impedire che i denti si fratturino?

Non completamente, ma si possono adottare alcune precauzioni:

  • evitare i danni da digrignamento: indossando un byte su misura che li protegga durante la notte.
  • Chi pratica dello sport deve indossare un byte apposito durante la pratica.
  • Durante la masticazione prestare molta attenzione ai cibi duri.
sedazione_cosciente

Sedazione cosciente

L’odontoiatria è la pratica medica e chirurgica che più di ogni altra ha bisogno che il paziente sia sveglio e collaborativo per ottenere i risultati migliori. Proprio per questo la paura del dentista si trasforma spesso in vera e propria fobia arrivando ad impedire gli interventi del dentista.

Si pensi ai bambini ed alle loro fobie parossistiche, ma anche gli adulti che spesso evitano di recarsi dal dentista solo per paura.Le cose sono decisamente cambiate da quando ha iniziato a diffondersi la tecnica della sedazione cosciente

Potrebbe sembrare un ossimoro, come dire “dormire restando svegli” o “sognare ad occhi aperti”. In realtà è una vera e propria rivoluzione nel campo odontoiatrico.

Con la sedazione cosciente si porta il paziente ad uno stato di totale rilassatezza e leggera euforia che, eventualmente rafforzato dall’anestesia locale, non solo evita di provare dolore ma toglie anche tutti i presupposti “ambientali” che originano la fobia come la vista del dentista e dei suoi strumenti , l’odore dei disinfettanti, il sangue, il rumore del trapano, e così via.

Allo stesso tempo il paziente rimane cosciente e vigile ed in grado di collaborare con il dentista ed i suoi assistenti favorendo in questo modo la buona riuscita dell’intervento nei tempi più rapidi.

Tipologie di sedazione cosciente

Lo stato di sedazione cosciente si può ottenere in due modi: per via endovenosa o per via inalatoria.

Sedazione endovenosa

Si pratica quasi solo negli adulti e in casi molto particolari o complessi o su diretta richiesta del paziente.

Richiede l’intervento di un medico anestesista specializzato in questa tecnica che si ottiene mediante l’iniezione endovenosa di una combinazione di farmaci amnesici come le benzodiazepine che hanno l’effetto – immediato -di eliminare l’ansia e la paura e analgesici dal potere antidolorifico.

Sedazione per via inalatoria

E’ una pratica molto meno invasiva ed è per questo molto usata con i bambini.

Tramite una mascherina viene fatto inalare al paziente un gas, il protossido d’azoto, assolutamente innocuo essendo una mistura di azoto ed ossigeno.

L’inalazione, tenendo conto della fisiologia del paziente, avviene sempre alle giuste concentrazioni in modo da non avere effetti collaterali.

Effetti collaterali, in ogni caso, mai problematici dal punto di vista medico ma forse fastidiosi visto che Il protossido d’azoto è conosciuto anche come “gas esilarante” e ad alte concentrazioni oltre all’irresistibile impulso alla risata porta anche ad un notevole abbassamento dei “freni inibitori” …

Sedazione cosciente si, ma solo con professionisti certificati

Ma, battute a parte, la sedazione cosciente deve essere praticata soltanto da professionisti certificati. Esistono specifici corsi di specializzazione post laurea e dal 2010 un master di II livello che abilitano il personale medico all’uso di questa tecnica.

In Adec la utilizziamo da molti anni con grande soddisfazione dei nostri pazienti sopratutto più giovani.

In particolare la nostra odontoiatra “dei bambini” la pedodontista dr.ssa Edelizia D’antino è una vera esperta e da diversi anni ottiene ottimi risultati con i bambini che, grazie alle sue doti e con l’ausilio del protossido d’azoto, hanno dimenticato cos’è la paura del dentista.

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Meglio lo spazzolino elettrico o manuale?

La versione elettrica ha esordito oltre 50 anni fa ed ha dimostrato da subito di essere uno strumento molto più efficace dello spazzolino manuale nel rimuovere i residui di cibo fermi tra i denti e la placca batterica e contrastare l’insorgere delle carie e delle infezioni del cavo orale.

Ovviamente nessuno strumento, manuale od elettrico, può essere efficace quanto l’igiene dentale professionale, tuttavia è ben nota la fondamentale importanza di una corretta igiene quotidiana, con lo spazzolino, meglio se elettrico e, sopratutto, con il filo interdentale che resta lo strumento casalingo più importante per l’igiene dei denti.

Dello spazzolino elettrico esistono diversi modelli alcuni dei quali avveniristici, come quelli recenti che si collegano allo smartphone e ti indicano se stai pulendo bene i denti, quali sono le zone da pulire meglio, se se stai impiegando il giusto tempo e così via. Ma, nonostante le innovazioni, la modalità di spazzolamento rimane pressoché la stessa.

In commercio, questi strumenti elettrici sono disponibili con testine a conformazione rotonda o rettangolare, in grado di eseguire movimenti rotatori, oscillanti, laterali a bassa od alta frequenza. Sono da preferire quelli con testine circolari.

Rispetto agli altri tipi di spazzolini, infatti, quelli elettrici dotati di testine rotonde assicurano movimenti oscillatori e rotatori tali da rivelarsi efficaci non solo nella rimozione della placca, ma anche nella prevenzione del sanguinamento gengivale.

Elettrico è meglio

Gli odontoiatri sono del parere che l’utilizzo corretto dello spazzolino elettrico sia più efficace nel rimuovere placca e residui di cibo tra dente e dente rispetto agli spazzolini manuali. Questi spazzolini,infatti, imprimono alle testina oscillazioni e movimenti molto più rapidi di quanto sia possibile ottenere da uno spazzolino classico; così facendo, le setole oscillanti rimuovono la placca anche nelle zone difficili da raggiungere.
Anche uno studio riportato sulla prestigiosa rivista International Journal of Dental Hygiene conferma la prevalenza dello spazzolino elettrico rispetto a quello manuale. L’utilizzo di uno spazzolino elettrico risulta inoltre vantaggioso per tutti coloro che lamentano difficoltà nel mettere in pratica le corrette regole d’igiene dentale con uno spazzolino manuale, come ad esempio i bambini o i portatori di handicap. I bambini sembrano più stimolati ed incentivati nell’igiene orale, dato che trovano divertente spazzolare denti e gengive con uno strumento che oscilla e pulsa.

Ad ogni modo, è importante sottolineare che gli spazzolini elettrici non sono tutti uguali: la loro efficacia è strettamente legata alla modalità d’utilizzo ed alla tipologia di strumento prescelto. Come per lo spazzolino manuale è molto importante il modo con cui viene usato. Un utilizzo scorretto o superficiale dello spazzolino elettrico si rivela inefficace ai fini dell’igiene orale quotidiana.

L’istruzione al corretto utilizzo degli strumenti, elettrici o manuali che siano, di pulizia dentale è di grande importanza per eliminare in modo ottimale lo sporco dai denti ed è ancor più importante insegnare l’utilizzo del filo interdentale che, se ben usato insieme allo spazzolino, è in grado di garantire la salute di denti e gengive.

Oltre a non concedere una pulizia profonda dei denti, un impiego sbagliato dello spazzolino elettrico può porre le basi per recessioni gengivali (gengive ritirate), lesioni alle gengive, carie ed altre patologie dei denti. Se non adeguatamente rimossa con il movimento elettrico delle spazzole, la placca si deposita sui denti, rendendoli opachi ed ingialliti.

Proprio per fuggire da eventuali “incidenti” nella pulizia dei denti, è necessario mettere in pratica tutte le regole fondamentali per una spazzolatura impeccabile e, in caso di dubbi, è importante chiedere al proprio dentista le istruzioni per un corretto spazzolamento dei denti.

In conclusione…

Le differenti scuole di pensiero sulla scelta dello spazzolino si ritrovano concordi nell’indicare la scelta dello spazzolino elettrico come scelta migliore sopratutto per quei pazienti in difficoltà nell’utilizzare quello manuale. La maggior parte degli odontoiatri propende per l’utilizzo dello spazzolino elettrico perché, ed è incontestabile, le oscillazioni ed i movimenti promossi dallo spazzolino elettrico non sono paragonabili a quelli ottenuti mediante spazzolatura manuale.

Altri, che contrastano il pensiero precedente, sono invece del parere che un’impeccabile pulizia casalinga dei denti non dipenda tanto dal tipo di spazzolino prescelto, quanto dalla modalità di spazzolamento, sia questa elettrica o manuale. Difatti, non dev’essere trascurato che chiunque utilizzi lo spazzolino manuale con un’ottimale perizia e subito dopo i pasti ottiene comunque un risultato soddisfacente.