plastica nel dentifricio

Dentifricio: attenzione alla plastica.

La denuncia contro una marca di dentifrici arriva dagli Stati Uniti.

L’era della plastica è iniziata negli anni 50 del XX secolo, i meno giovani ricorderanno il “moplen”, pubblicizzatissimo sull’unico canale televisivo allora esistente, che ha letteralmente trasformato il nostro modo di vivere, con  gli svantaggi che, nonostante le plastiche sempre più biodegradabili, comporta, primo di tutto il fenomeno dell’inquinamento, sopratutto delle acque.

L’invadenza di questa sostanza di sintesi chimica, ormai presente in decine di forme per gli usi più disparati, non si era ancora spinta fino ad entrare direttamente nel dentifricio.

Lo ha portato alla luce Trish, un’igienista dentale statunitense, ai microfoni della CNN dopo aver notato piccole palline blu tra i denti dei suoi pazienti. “All’ inizio è stato difficile capire di cosa si trattava, pensavo fosse qualche tipo di prodotto per la pulizia, o i residui di qualcosa che veniva masticato” dichiara, poi, quando il numero dei suoi pazienti con queste anomalie ha cominciato ad aumentare, Trish si è preoccupata ed ha cominciato ad indagare presso suoi colleghi.
Alla fine il mistero è stato svelato: i puntini blu altro non erano che microsfere di polietilene, un tipo di plastica impiegato per esempio nella produzione di sacchetti per la spazzatura che, messo a contatto con la bocca, intrappola i batteri nelle gengive dando vita a seri problemi parodontali.

Trish decide di aprire un blog online per denunciare la situazione ottenendo un tale risalto a livello nazionale che la casa produttrice del dentifricio, la P&G, non ha potuto ignorare, dichiarando: “per quanto l’ingrediente in oggetto sia perfettamente sicuro, riconosciamo che esiste una preferenza verso la sua rimozione, per cui faremo così”.

La vittoria questa volta è per gli utenti che, se correttamente informati, sono in grado di “alzare la voce” e farsi sentire.