Le impronte dentali nell’era tecnologica
Nonostante sia una procedura non dolorosa, prendere le impronte dentali non piace quasi a nessuno, tant’è che in alcuni casi i pazienti provano addirittura un senso di soffocamento e di nausea.
Qual’è il procedimento e quali gli strumenti ?
La tecnica classica per prendere le impronte dentali prevede l’utilizzo di uno speciale cucchiaio anatomico a forma di arcata o semi-arcata, a seconda dell’impronta da rilevare, riempito di una particolare pasta morbida ed inserito nella bocca del paziente in modo tale che i denti affondino nella pasta e tenuto in posizione per alcuni minuti, fino a quando la pasta non indurisce.
La pasta è generalmente alginato, un derivato dell’acido alginico estratto da alghe marine, che i pazienti conoscono come la classica pasta rosa utilizzata per prendere le impronte.
Perché prendere le impronte dentali ?
Prendere le impronte permette all’odontotecnico di avere un calco che rappresenta precisamente la forma dei denti e delle gengive del paziente, in negativo. Per ottenere un modello vero e proprio, l’odontotecnico dovrà effettuare una colata di gesso o resina nell’impronta.
…novità ?
Da alcuni anni la tecnologia informatica ha permesso di superare, prima solo in alcuni casi, oggi quasi del tutto, questa pratica fastidiosa.
Utilizzando un sistema di CAD–CAM (computer aided design – computer aided manufacturing) del tutto simile a quello utilizzato nell’industria, è possibile prendere impronte precise e costruire calchi delle arcate in breve tempo e senza alcun fastidio per il paziente. Il CAD–CAM Odontoiatrico, che in Adec utilizziamo da diversi anni, prevede l’utilizzo di una microtelecamera con funzioni di scanner 3D, con la quale viene scannerizzata la bocca, l’arcata o la parte per la quale deve essere effettuato il calco. Guidata dal computer, la microcamera, effettua una serie di scansioni molto precise che, al termine, permetteranno al software CAD di produrre un modello tridimensionale molto preciso. Il computer, una volta dato l’ok, invia il modello al macchinario CAM, posto in laboratorio, che costruisce fisicamente il calco.
Il sistema è così preciso ed efficace che viene utilizzato anche per costruire capsule provvisorie o protesi, anche molto sottili come le faccette dentali.